La situazione delle imprese rispetto al caro energia rimane drammatica. Le bollette già raddoppiate un anno fa ormai sono un lontano ricordo e gli aumenti si attestano su valori perlomeno quadruplicati rispetto ai livelli pre-covid.
Lo si legge in un comunicato della Cna.
La crisi sta diventando strutturale e si inserisce in un contesto che ha assunto i connotati di una tempesta quasi perfetta. Dopo la crisi finanziaria e l’emergenza sanitaria, il caro bollette potrebbe mettere in ginocchio il nostro sistema socio economico: nel prossimo inverno una impresa su cinque rischierà di chiudere i battenti.
Purtroppo l’impatto macroeconomico si sta aggiungendo a carenze storiche del sistema energetico italiano: a qualche lustro dal suo varo, il percorso di liberalizzazione dei mercati elettrico e gasiero mostra gravi carenze. Lo dimostrano, in questa fase, le situazioni di speculazione a monte e a valle del processo di vendita e di approvvigionamento energetico che si traducono non solo in prezzi alti ma, nei casi più gravi, addirittura in carenza di offerta.
In questo contesto risulta impensabile portare a compimento la completa liberalizzazione del mercato elettrico per oltre due milioni di microimprese le quali, dal prossimo primo gennaio, dovrebbero forzatamente uscire dal mercato tutelato che, soprattutto nelle ultime settimane, ha rappresentato un’ancora di salvezza rispetto alle inefficienze di un mercato libero non concorrenziale.
Non aiutano, purtroppo, nemmeno i ritardi dell’Unione Europea nel trovare soluzioni che sarebbero più efficaci e costerebbero sicuramente meno di altrettanti singoli interventi nazionali.